Il Golfo di La Spezia è una profonda insenatura che si estende da Portovenere a Punta Bianca, un insieme di colori dalle infinite sfumature
in cui cielo e mare sembrano fondersi per esaltare ora il grigio argenteo delle scogliere, ora il verde smeraldo di una vegetazione che arriva a specchiarsi nell’acqua.
Giungervi dal mare significa poter abbracciare in un solo sguardo uno scenario unico, con le maestose Alpi Apuane che si innalzano alle spalle della vicina costiera versiliese.
Nel versante orientale del golfo si trovano borghi come TELLARO, incantevole e colorato, e centri più grandi come LERICI,
raccolta intorno ad una piccola baia chiusa da un promontorio roccioso su cui si erge un massiccio castello.
Nella vicina SAN TERENZO soggiornò, nel 1822, il poeta romantico inglese Perey B. Shelley con la geniale moglie Mary (l’autrice di “Frankenstein”),
godendo della frequente compagnia di Lord Byron e della straordinaria bellezza dei luoghi.
Grazie alla celebrità di questi e di altri illustri ospiti giunti sulle sue rive, il Golfo di La Spezia è così diventato il Golfo dei Poeti,
appellativo che ben si addice all’armonioso ed originale paesaggio di questo estremo lembo del Levante Ligure.
L’antica Portus Veneris, adagiata all’apice occidentale del Golfo di La Spezia, divenne possedimento genovese nel 1113, e a fianco del “Castrum Vetus”,
l’insediamento che già esisteva in prossimità del promontorio dell’Arpaia, i nuovi Signori costruirono la schiera di case-fortezza che fino al secolo scorso si affacciava ancora sul mare,
e che integrandosi con la cinta muraria, il castello e le torri, costituì un’imponente cittadella fortificata.
Nel corso del XII secolo, oltre all’imponente Castello, i genovesi costruirono anche la bella Chiesa di San Lorenzo, dove si custodisce il dipinto della “Madonna Bianca”,
la patrona di Portovenere per la quale la sera del 17 Agosto il borgo offre uno spettacolo unico, con le mura, la scogliera ed il paese intero illuminati a festa.
Alcuni ampi gradoni conducono lungo il promontorio fino alla piccola Chiesa di San Pietro, edificio in cui il fascino della pietra nuda e l’armonia delle arcate gotiche infondono nel visitatore
una sensazione di grande raccoglimento religioso; dalla loggia sopra la chiesa si può godere di un ampio panorama sell’aspra costa di “Tramonti”, dello “Scoglio Ferale” e delle vicine falesie,
mentre più in basso si trova la Grotta Arpaia, dirupata scogliera un tempo luogo prediletto del poeta inglese Lord Byron ed ora meta di bagnanti e turisti amanti del sole.
In prossimità della vecchia porta del borgo, dove ancora si legge l’iscrizione “Colonia Jenuensis 1113”, ha inizio Via Capellini, il “Caruggio” spina dorsale della colonia genovese
che si snoda tra antichi portali, botteghe e tranquille piazzette alle spalle delle case schierate sul mare.
Sull’Isola PALMARIA, frequentata stazione balneare separata da Portovenere da uno stretto e trafficato canale, oltre ad alcune cave di marmo ormai abbandonate,
si apre sul mare la bella Grotta Azzurra (accessibile solo a piccole imbarcazioni) e, più in alto, la famosa Grotta dei Colombi, un anfratto ove furuno rinvenute ossa di animali,
resti di sepolture umane e manufatti vecchi di almeno 5000 anni.
Sull’isola del TINO, aperta al pubblico solo il 13 Settembre, o la domenica più vicina, si trovano i ruderi di una cappella costruita nel secolo VII
per ospitare i resti di San Venerio (che qui si ritirò in eremitaggio), e quelli di un monastero e di una chiesa del’XI secolo.
Anche sul piccolo scoglio del TINETTO, impietosamente spazzato dal vento e dalle mareggiate,
vi sono tracce di un eremitaggio risalente al V-VI secolo e le rovine di una chiesa databile al sec. XI.